Prima pubblicazione: Journal of the Muhyiddin Ibn ΄Arabi Society (special issue “Praise”),
vol 21, 1997, pp. 31-43. [2]
Introduzione: il ciclo della lode
La lode è al tempo stesso l'inizio e la fine dell’esistenza e la principale ragione d’essere dell’universo.
Queste due formule contengono, così come il pasto, tutta la nostra esistenza. Ma allora, come considerarela lode al suo inizio? L'universo per Ibn ΄Arabī è un libro e il Libro comincia con la Fâtiha, essa stessa iniziante con la basmala. Tuttavia, nella preghiera, solo alcuni recitano la basmala ad alta voce,richiamando così i Nomi Divini che sono all’origine del mondo. La maggior parte comincia con al-hamdu li-Llâh, considerando
Adamo,volontariamente, e tutti gli esseri del mondo, essenzialmente, non cessano di proclamare la lode divina, a tale punto che lo Shaykh considera ogni parola come una lode. Il mondo, nel momento in cui,
L’uomo non è che uno strumento di questa lode, perché essa è pronunciata
Definizione della lode.
Che cosa è la lode? In risposta alla domanda di al-Hakīm al-Tirmidhī: “Quale è il punto di partenza della lode?” (mā mubtada’ al-hamd), Ibn ΄Arabi si interroga sulle differenti accezioni di questo termine.
La lode è anzitutto il servitore stesso la cui sola esistenza <è una lode indirizzata a Dio> (΄ayn al-thanā’ ΄alayhi bi-wuj™d ΄aynihi). In questo senso il punto di partenza della lode è “Colui che l’ha esistenziata per ciò per cui l’ha esistenziata”.
Si ritrova qui l'interpretazione della Fāti|a, precedentemente esposta[6], secondo la quale al-hamd designa il “servitore santificato e trascendente”
La lode è anche, come si è visto, la lode della lode compiuta da questo servitore perfetto in riconoscenza della grazia e del dono divino da cui tutto procede e verso cui tutto ritorna.
La Sua lode, Dio la rivolge a sé stesso o alle Sue creature. Ma in questo ultimo caso la lode è solamente il ritorno verso Lui dei Suoi Nomi che hanno bisogno degli esseri per manifestarsi. “Essi[7] non hanno effetto, dice lo Shaykh, che sull’esteriore dei luoghi di manifestazione e Colui che si manifesta in questi luoghi non è altri che Lui. Non c’è dunque elogiatore di elogio e
La lode delle creature rientra, tuttavia, nella gerarchia dei tre gradi della lode:
· la lode della lode o lode assoluta.
· la lode di colui che si loda da sé, cioè Dio.
· la lode inviata a Dio da altri che Lui.
In questo ultimo caso, Dio è lodato sia per quello che Egli è (bi-mā huwa ΄alayhi), sia per ciò che proviene da Lui (bi-mā yak™nu minhu). Si tratta dunque del ringraziamento (shukr), una delle forme della lode[9].
Ma cosa dire della lode rivolta da un altro che Dio ad altri che Dio? Le qualità per le quali si loda un essere sono state donate da Dio, innate (fī jibillati-hi) che siano o acquisite come carattere
In questa due ultime frasi lode e glorificazione sembrano equivalersi. Bisogna qui precisare che per lo Shaykh ogni forma di dhikr è una lode, che si tratti di glorificazione (tasbīh), dell’affermazione dell'unità divina (tahlīl), di magnificazione (takbīr) etc…Tutte le formule con le quali Dio viene menzionato e invocato sono aspetti della lode[17]. Questa è un tutto di cui le parti possono essere paragonate alle membra dell’uomo, lui stesso paragonabile nella sua totalità alla lode[18].
La lode dell’universo
La glorificazione in particolare occupa un posto essenziale nell’insegnamento di Ibn ΄Arabī a proposito della lode. Nel Corano, in effetti, lode e glorificazione sono strettamente legate in espressioni come: “Glorifica con la lode del tuo Signore” (Corano 110, 3)[19]. In moltissimi passaggi delle Fut™hāt questo versetto viene citato o commentato, più particolarmente la parte seconda
Questi versetti provano che tutti gli esseri del mondo sono viventi, animali, piante e minerali, ogni cosa senza eccezione, come dice esplicitamente il versetto. La vita
Durante questa vita, solo gli esseri di elezione, i profeti e gli uomini dotati dello svelamento
Dio si mostra “longanime e indulgente” perché sa che gli uomini non hanno la capacità di comprendere questa lode. Egli non castiga coloro che, negando la vita e la parola di tutti gli esseri, affermano di glorificare Dio per il semplice fatto
Per Ibn ΄Arabi questa lode universale che anche il non credente pronuncia, con tutte le parti del suo essere, è uno degli aspetti della presa in carico (tawallī) del mondo
Tutti gli esseri ricevono dunque la loro parte di questo saluto di pace,
Come viene ispirata a tutti gli esseri questa lode? Ciascuno di essi o più esattamente ogni particella
Nel secondo versetto (Corano 24, 41), Dio così si rivolge al Profeta: “Non vedi come Dio è glorificato da tutti coloro che sono nei cieli e sulla terra?”[35]. Lo Shaykh commenta: “Egli ha detto: ««Non vedi» e non «Non vedete voi». Noi , noi non vediamo;
Questa lode è, in effetti, quella di Dio. Nell'espressione “Ciascuno conosce la sua Sua preghiera e la sua glorificazione”, la preghiera può essere
La glorificazione, argomento di questi due versetti, afferma la trascendenza, cioè la negazione di
«Con la Sua lode»
Come può l’uomo glorificare Dio, come dire affermarne la trascendenza [44]. “Glorificare Dio, afferma lo Shaykh con una
Questa restrizione legale si spiega con la necessità di limitare il potere dell'intelletto, sempre portato a privilegiare la trascendenza in maniera eccessiva. “Guardati, avverte
“Realizza dunque, dice
La glorificazione tramite
Si potrebbe trovare qualche contraddizione
La lode
“E’ perché, dice
Conclusione
Non si può affrontare un aspetto particolare dell’opera di Ibn ΄Arabī senza constatare la sua unità e la sua complessità. Dio è 1’essere intimo del servitore, ma il servitore non è Dio e la realtà divina trascende sempre ciò che l'uomo può dire della trascendenza e
L'esperienza intima dell'identità dell’Essere
[1] [Lo scrivente, autodidatta nella lingua francese ed alle prime armi nella battitura di un documento elettronico, si scusa anticipatamente degli errori del presente lavoro. Ho sempre cercato in ogni caso di mantenermi fedele al senso del lavoro originale in francese, secondo quanto ovviamente ho capito. Ogni mio intervento personale è annotato nel, testo, con il simbolo <[---]>, e, nelle note, con N.d.T. (Nota del Traduttore). N.d.T.]
[2] [Anche su sito internet: motore di ricerca Google, cerca MuhyddinIbnArabySociety, link Ibn Arabi.
[3] [«Dio dall’argilla ha dato inizio alla creazione dell’uomo --- Quindi gli ha dato forma e ha insufflato in lui del Suo Spirito» (Corano 32, 7-9) Il primo uomo pronunciò allora le sue prime parole – quelle che iniziarono il linguaggio umano – dicendo: al-|amdu li-Llāh rabbi-l-΄ālamīn. Vedi anche Tabarī, Ta’rikh, Cairo s.d., I,47; Tha’labī, Qisās al-anbiyā’, Cairo, 1371 h., 18 e ancora, in italiano, sulla storia della creazione di Adamo, Tabarī, I Profeti e i Re, ed. Guanda, pp.4-8. N.d.T.].
[4] [Mu|ammad, tradotto, significa “colui che loda” e poiché, al Giorno della Resurrezione, tutta la umma si raccoglierà presso di lui, anche tutte le lodi di questa giungeranno al loro esito finale e si raccoglieranno presso di lui nello stendardo della lode che non potrà dunque essere portato altrimenti che da Muhammad . N.d.T.].
[5] [Un hadīth dice che, nel Giorno della Resurrezione, il Profeta loderà Dio con delle lodi che non si conoscono in questo mondo quaggiù. N.d.T.]
[6] Cf. Commentaries on the Fātiha and Experìence of the Being According to Ibn ΄Arabī, JMIAS XX.
[7] [Riferito agli esseri. N.d.T.].
[8] Fut™hāt II 100 quest. 99.
[9] Fut™hāt II 403, capi.198 § 6 al-dhikr bi l-tahmīd.
[10] Fut™hāt IV 286 capi. 558 hadrat al-hamd.
[11] Fut™hāt II 403. [Nel testo : « dans Sa Qualité qui ne saurait être multiple » N.d.T.]
[12] Fut™hāt IV 286. Sulla trasformazione (tasrīf) delle qualità biasimevoli in qualità lodevoli, v. anche II 195-8, cap. 114, 1.15 e 117 e II 241-2 cap.149 (maqām al-khuluq): “Tutti i caratteri sono delle qualità divine, tutti sono nobili ed innati nell’uomo”. L'avarizia per esempio, essendo un rifiuto, può essere
[13] Cf. Fut™hāt II 616 cap. 281; IV 178 cap. 534.
[14] [Cioè il considerarla biasimevole. N.d.T.].
[15] [Nel testo: «Toute parole dans l'existence est glorification, même si elle est considérée comme un blâme et par la science que nous avons de cela, nous l'emportons sur autre que nous». Intendendo che ogni parola e\o atto che sia da biasimare tendiamo a non considerarlo nostro, trasferendone la responsabilità ad altri \o altro. In realtà, come detto sopra nel testo “ogni qualifica in apparenza biasimevole, come la gelosia, la collera o l’invidia, ma trasformata in un senso positivo e conforme alla Legge divina e profetica, comporta un aspetto di lode per la quale essa ritorna a Dio”. Il nostro sforzo consisterà piuttosto nell’effettuare questa trasformazione. N.d.T.].
[16] Fut™hāt IV 404.
[17] Fut™hāt II 403 cap. 198; IV 95 cap. 446.
[18] Fut™hāt IV 287.
[19] [In altre traduzioni del Corano (U.C.O.I.I., Guzzetti, etc) viene riportato “Glorifica (Loda) con la lode il tuo Signore”; La preposizione “del” al posto dell’articolo “il” dà un altro senso, più profondo, al versetto. N.d.T.].
[20] [Nel testo: «La vie suppose la conscience». N.d.T.]
[21] Fut™hāt I 147.
[22] Fut™hāt IV 451 e riguardo all’aldilà: I 147.
[23] Fut™hāt II 682-3 cap. 297 e III 257-8 cap.357.
[24] Fut™hāt III 99 cap.326. [Tutti gli esseri che non siano uomini e ajnun fanno dhikr continuo (pur senza esserne consapevoli) e tale recitazione è legata alla respirazione per cui, come questa, diviene azione continua ma involontaria. Tra l’altro, il cogliere un fiore, uccidere un animale, rompere un sasso (se non per un valido motivo) implica dunque una interruzione di questo dhikr, interruzione di cui “dovremo rendere conto”. N.d.T.]
[25] Fut™hāt I 381-2. [Nel testo: «comme cela arriva aux Compagnons du Prophète qui entendirent le caillou glorifier Dieu dans sa main». N.d.T.]
[26]Fut™hāt I 59; III 65 cap. 317. Fakhr al-Dīn al-Rāzī fa eco a questa interpretazione e la giustifica nel suo commentario, ed. Téhéran, riprod. XX 218-9.
[27] Fut™hāt II 688 cap. 298. [Nel testo: «Dans l'au-delà tous les êtres sans exception louange et glorification seront pour tous les êtres sans exception "comme les souffles de ceux qui respirent».N.d.T]
[28] Fut™hāt I 398; III 393, 16a sez. degli hazā’in al-j™d.
[29] Fut™hāt II 247 cap.152 (maqām al-walāya).
[30] [Talvolta tradotto con “devoti”--- ma il “vero” devoto obbligatoriamente santo. N.d.T.].
[31] Fut™hāt I 429. Ibn ΄Arabī fa anche notare che
[32] [Nel testo: «mais les êtres d'élection, le prophètes et les saints reçoivent eux une part de la louange universelle que Dieu fait rejaillir sur eux par l'intermédiaire des habitants des cieux et de la terre». N.d.T.].
[33] Fut™hāt II 247cap. 43. [la nota in francese riporta: « On peut rapprocher cet éloge de l'amour de toutes les créatures pour Abû Madyan que le serpent qui entoure la montagne Qâf révèle à Mûsâ al-Sadrânî » che ho cercato di tradurre, credo infelicemente : « Per Ab™ Madyan si può paragonare questo elogio dell’amore di tutte le creature a quel che rivela a M™sā al-Sadrānī il serpente che cinge la montagna Qāf». Cf Fut™hāt III 130 334 e Claude Addas, “Abu Madyan and Ibn ΄Arabi” in Muhyiddin Ibn Arabi, a Commemorative Volume, Element Shaftesbury l993 p.173.
[34] Fut™hāt II 509 cap. 218.
[35] [U.C.O.I.I., p.324. N.d.T.].
[36] [U.C.O.I.I., p.303. N.d.T.].
[37] [Nel testo: «sont concernés par ce discours» N.d.T.]
[38] Fut™hāt II 328 cap.178.
[39] [Nel testo: «Ils agissent par avance et se mettent dès le début à louer Dieu par la louange des êtres voilés» Gli elogiatori di Dio sono coscienti della loro lode e non lodanti solo in modo “essenziale”. N.d.T.]
[40] Fut™hāt II 33 cap.73.
[41] Fut™hāt I 540, cap. Finale sulla preghiera.
[42] Fut™hāt III 488.
[43] [Nel testo francese “Sua” è in minuscolo. Credo sia un errore di battitura, vedi versetto 110, 3. N.d.T.]
[44] [Nel testo francese manca il punto di domanda. Affermare è limitare e la trascendenza non può essere tale (da cui la domanda). N.d.T.].
[45] Cf. Fus™s p. 68 (fass hikma subb™hiyya fī kalima n™hiyya): “Sappi - che Dio ti assista con uno spirito che da Lui provenga - che l'affermazione della trascendenza per coloro che conoscono le realtà
[46] Fut™hāt IV 414, a proposito dei capitoli 47 e 438.[Nel testo francese “Je ne dénombre pas l’éloge …”, da intendersi il non caratterizzare la lode con formule proprie (come avviene quando si esegue un conteggio o si censisce od altro di simile per cui, per propria comodità, si attuano caratterizzazioni proprie. N.d.T.].
[47] Fut™hāt IV 96, cap. 467.
[48] [Nel testo: «il s'agit alors d'un éloge non défini par la Loi sacrée (‘urfî) qu'il a le loisir de rendre tant qu'aucune interdiction légale ne l'en empêche». N.d.T.
[49] Fut™hāt II 404 cap. 198.
[50] [nelle traduzione U.C.O.I.I. e Guzzetti: “Glorifica il tuo Signore lodandolo …”. Il senso, per tutto quanto detto nell’articolo, è differente! N.d.T.].
[51] Fut™hāt III 148 cap. 338; I 181, cap. 23.
[52] [Nel testo: «l'affirmation que tout éloge, voire tout blâme revient toujours en fin de compte à une louange divine». N.d.T.]
[53] Fut™hāt IV 141 cap. 503.
[54] Allusione all’hadīth qudsī: “… Il Mio servitore non cessa di avvicinarsi a Me, finché Io sono l’orecchio con cui sente, la vista con la quale vede …”.
[55] Fut™hāt IV 140-1, cap. 503.
[56] [Nel testo: «comme le proclame le Cheikh dans un prône au cours d'un songe». N.d.T.]
[57] Fut™hāt I 111, cap. 5 sulla basmala e la Fāti|a.
[58] [Ricordiamo che un hadīth riporta che il Profeta è Corano. N.d.T]
[59] [Nel testo: «Le Sceau de la sainteté muhammadienne n'a eu de cesse d'expliquer à ses disciples, qui sont aussi ses livres». N.d.T.].
[60] [Nel testo «en tant que cette louange a été institué par la Loi, et non pas par ce qu'exige l'attribut de louange, car ceci est l'éloge de Dieu». N.d.T.]
[61] Fut™hāt II 88 questione 77.
[62] [Nel testo: «la rigoureuse correspondance qui unit l'Homme,le Livre et le Monde et donc la vie et la parole de tous les êtres». N.d.T.]
[63] Fut™hāt IV 286.